lunedì 29 ottobre 2007

SE VUOI COMMENTARE METTITI IN CODA

Il percorso di ogni campagna pubblicitaria è lungo e difficile. La gran parte delle campagne si arenano o appena dopo il brief, altre dopo la presentazione, altre ancora si trascinano per mesi nei test e controtest, moltissime non escono mai. Quindi, non mi stupisco per le difficoltà della nostra famosa Ambient-guerrilla. Anche da una campagna che non esce mai c'è da imparare molto. Ecco un paio di interventi piuttosto duri. La discussione è aperta.

Scrive Marcello:

Adesso dico la mia.Io non ho firmato niente semplicemente perchè non avevo più letto il blog e ho partecipato interessato ma con poche idee ai brainstorming semplicemente perchè dei mozziconi per terra alla Cattolica non mi interessa granchè, anzi! Realizzare un progetto nell'ambito di un laboratorio di creatività per noi studenti ha senso se fatto su un problema vero presente in università, in ciò che facciamo tutti i giorni in ateneo, in qualcosa che davvero ci fa dire ogni volta:" ecchecaspita" (se non altro). Esempi? le aule sempre troppo piccole, i due sportelli aperti per i 5000 studenti della facoltà di economia 4 ore al giorno in segreteria, le informazioni che si rimbalzano da un ufficio all'altro senza che nessuna sia mai UFFICIALE ecc ecc.. Se vogliamo fare un ambient, annessi e connessi su questi ed altri temi, ben venga. Se comunque vogliamo rimanere sui mozziconi, idem, io ci sono e ci sarò, perchè per una volta che si può FARE, non mi tiro indietro. Ma mi chiedo: a chi "serve" questo lavoro? A chi vogliamo mandare un messaggio? Da chi vogliamo essere ascoltati? Io sostengo il punto 1 perchè credo che se realizziamo qualcosa di eclatante nella nostra università questo può avere un duplice effetto: farci sentire dai nostri colleghi e smuovere le acque su un tema davvero rilevante nonchè, se l'operazione riesce alla grande, attirare l'attenzione degli altri atenei e di riflesso dell'opinione pubblica (ora già la sto sparando grossa).
Lo so è facile essere polemici e poco propositivi,ma l'uomo sigaretta mi fa di una tristezza ragazzi...

domenica, 28 ottobre, 2007

Scrive Anonimo (meglio se non fosse anonimo):
Finalmente.
Altro che mozziconi.
I problemi in Cattolica sono ben altri: in primis, la totale inefficienza della Signora Segreteria, che ci costringe ad estenuanti code d'attesa. E non solo.

Smuovete gli animi! Voi che potete.

un'assidua frequentatrice sotto mentite spoglie

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Giusto. Facciamo un'operazione di guerrilla durante le code in segreteria. Però bisogna che sia bella, simpatica, non aggressiva, che possa dare un messaggio ma abbia anche valore creativo. Esempio: a Wimbledon ci sono delle code di ore per entrare, ma ci sono degli assistenti che ti danno un manuale 'come sopravvivere alla coda', un adesivo 'io ho fatto la coda a Wimbledon', e poi generi di conforto, acqua, snacks. Si potrebbe dare un messaggio tipo: 'La coda in segreteria. L'esame più difficile in Cattolica'. o qualcosa del genere...

Anonimo ha detto...

Magari anche un video con finte interviste, intervistano le persone in coda, mettiamo dentro delle persone anziane, che dicono che sono l� da vent'anni, oppure altri che presentano dei figli, dicendo che sono nati l� altri che dormono, o lavorano a maglia, no so, mettiamo un contatore come quello dei supermercati ma con il numero di migliaia, insomma mostriamo una esagerazione della coda, ma in modo divertente.

Anonimo ha detto...

Concordo con Marcello. Se qualcuno mi chiedesse "qual è il problema n.1 della Cattolica" non risponderei certo i mozziconi a terra. Inizierei con una carrellata di esempi su come l'organizzazione sia a dir poco ridicola: le code infinite in segreteria, le aule minuscole, i pochissimi posti a disposizione nelle aule studio, e mi fermo qui perché poi scenderei sul pesante.
Però c'è da dire che rispetto a quello dei mozziconi questi problemi sorgono da un'altra fonte, cioè l'istituzione. Quindi il target della nostra campagna si sposterebbe dallo studente all'ateneo, con tutti i problemi che possono conseguire da questa critica. Bisogna vedere se ce la sentiamo. Io penso di sì. L'idea di anonimo degli anziani in coda mi ha fatto morire dal ridere.
In ogni caso se anche si dovesse rimanere sul tema sigarette non mi tirerei indietro e ci metterei lo stesso entusiasmo.

Anonimo ha detto...

Anche per me il problema più grande della Cattolica non sono i mozziconi, ma, visto che il tema è stato scelto democraticamente, credo sia giusto metterci l'impegno massimo. Potrebbe essere un primo esperimento, se funziona possiamo evidenziare altri problemi e poi è un problema che vive anche fuori dall'università quindi possiamo essere d'esempio anche all'esterno

Anonimo ha detto...

CENTRATO NEL SEGNO!
concordo con marcello! io mi sto spremendo e qualcosina mi è venuta in mente (miscela delle idee già emerse) ma niente di eclatante:
ho pensato a una sorta di guardia e ladri tra RIS (metà classe vestita con camicioni bianchi) e mozziconi giganti (con tutine aderenti bianche e un cappellino di cartoncino marrone in testa.

POI ho pensato a come interagire con gli studenti...

e in effetti non è facile perchè i mozziconi non sono percepiti come un reale problema in università.

UN REALE PROBLEMA CHE NOI STUDENTI VIVIAMO SONO LE 3 ORE DI MEDIA CHE SPENDIAMO IN FILA IN SEGRETERIA (per sentir poi scimmiottare delle risposte abbastanza vaghe).
E LI SI CHE AVREMMO ATTENZIONE E PARTECIPAZIONE DEGLI STUDENTI!
sicuramente ci verrebbero molte più idee (visto che nessuno di noi non puo dire di NON AVER MAI FATTO UNA CODA IN SEGRETERIA, ALL'ISU, IN MENSA, NEI BAGNI ecc.ecc.)

dobbiamo assolutamente fare qualcosa di memorabile e pratico!
in ogni caso se dovessimo rimanere sul tema mozziconi io ci sono impegnandomi a contribuire al massimo!

Anonimo ha detto...

Io sono intenzionata a partecipare, infatti ho espresso un'idea durante il brainstorming, l'ho postata sul blog e ora sto lavorando alla presentazione che ha richiesto il prof, insomma sto seguendo le varie fasi di realizzazione, o per il momento di ideazione, della campagna.
Solo una cosa non capisco: cosa stiamo facendo? Ieri pomeriggio ho disegnato mozziconi, ho cercato di impostare una linea di base per le slide, ho pensato all'effettiva realizzazione della mia idea.

Ho perso tempo?

Io sono dell'opinione che si possa sempre cambiare idea e che molte volte questo possa portare dei miglioramenti, ma in questo momento mi sembra tutto molto caotico, troppo forse?
Stiamo facendo un laboratorio, stiamo imparando, in piccolo, come avvengono l'ideazione, la progettazione e la realizzazione di una campagna, giusto?
C'è stato il momento per decidere il tema, quello del brainstorming, quello della selezione delle proposte ora siamo arrivati all'elaborazione delle varie idee (che è quello che sto facendo, come richiesto), e adesso vogliamo cambiare l'argomento?
Anch'io credo che possa essere più coinvolgente/interessante parlare di temi più sentiti da noi studenti come quello delle code, ma credo anche che forse avremmo dovuto deciderlo un pò prima e che in ogni caso non sia fondamentale l'argomento, lavorando potrebbero commissionarci un tema che non è per noi di alcun interesse (vedi Panzeri con la carta igienica), lo rifiutiamo?
Non credo, dovremmo accettarlo e lavorare al meglio su quello che ci è stato richiesto.

Comunque se vogliamo cambiare tema d'accordo, ma vorrei solo capire il prima possibile cosa devo fare: continuo a lavorare alla mia presentazione per i mozziconi? devo iniziare a pensare a qualcosa per il tema delle code?

- ha detto...

Concordo pienamente con Arianna e mi appello a lei, professore, e al buon senso di tutti.

Quello che non capisco io è semplicemente questo: perché queste cose non sono venute fuori al momento della votazione? Che valore ha allora la votazione, dove sono nettamente prevalse le preferenze per i mozziconi? Le campagne non si realizzano in 60 persone ma se si sceglie di fare le cose tutti insieme bisogna accettare il "verdetto" della maggioranza.

Io ho un'intera idea di campagna per i mozziconi, a cui sono molto legato. Fatemi sapere se devo procedere nel "buttarla giù" meglio oppure no, visto anche che mercoledì ahimé non potrò esserci.

Joice Alves ha detto...

Una volta in 5 anni che c'è qualcosa di interessante in Catt io non sono lì!
Anyway è la prima cosa che ho pensato quando ho letto la vostra proposta: i problemi della Catt sono decisamente altri!
Ma non mi andava di criticare visto che non è un lavoro che sto svolgendo e visto che non so cosa si dice in classe.

Anonimo ha detto...

io l'avevo già detto nel primo post sull'ambient e l ho ribadito in uno dei primi commenti sull'ultimo, ben prima di Marcello (potete andare a controllare!)...avevo detto che quello dei mozziconi mi sembrava un problema creato a tavolino x l'ambient perché in Cattolica questo non è un problema ma nessuno mi è venuto dietro...pensavo che fossi solo io a non percepirlo come un problema.
E' INUTILE...DEVE PER FORZA PARLARE UN UOMO PER FARSI ASCOLTARE....che tristezza!!

Anonimo ha detto...

scusate ma perchè tutti questi dubbi ora quando abbiamo lavorato quasi tre ore (tra brainstorming vari)sulla scelta del tema? non dico che l'idea dei mozziconi sia la più esplosiva che potevamo avere nè che cambiremo qualcosa nel mondo, ma è stato scelto per alzata di mano!
ora se questo tema non ci piace perchè non lavorarci comunque, almeno per divertirsi e imparare qualcosa che servirà le mille e più campagne che realizzeremo in futuro e che (ve lo auguro) ci piaceranno di più!è pur sempre un opportunità

Anonimo ha detto...

Io provo a lanciare questa proposta: se lavorassimo sul problema della code in Cattolica e sulla questione dei mozziconi fuori dall'università, dove il problema è più evidente?
Lo so che il lavoro rraaddooppiieerreebbee, ma potremmo formare due gruppi di lavoro, no?
Creare due comunicazioni diverse, su temi differenti è anche più stimolante.
So che parlo senza rendermi bene conto del lavoro che comporta, ma così riusciremmo ad agire su un problema davvero sentito in Cattolica, non getteremmo via il lavoro finora fatto sui mozziconi e comunque interverremmo su un problema che esiste sui marciapiedi delle città, nelle stazioni, etc.