sabato 20 ottobre 2007

BLOG IN PERICOLO



Guarda che sfiga. Appena entrati nel meraviglioso mondo del blog, siamo già a rischio di doverne uscire. C'è un Ddl di ieri che, per regolamentare la materia, vuole mettere delle norme che renderanno più difficile e rischioso in termini di responsabilità aprire un blog.

Il mondo dei blog è in subbuglio. Se volete, mettete il vostro nome per protestare contro questa norma o scrivete una mail all'autore del Ddl, Ricardo Franco Levi levi_r@camera.it
Dal sito di Beppe Grillo:
Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.Il 99% chiuderebbe.Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.Ps:

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Come al solito Beppe Grillo travisa i fatti a suo favore. Quello che lui dice è già stato chiaramente smentito al telegiornale di ieri: qualsiasi blogger con un blog non avente alle spalle un'attività editoriale regolare e "pseudo-seria" NON dovrà preoccuparsi. Così io, il prof e tante altre persone potranno dormire sonni tranquilli (ci mancherebbe altro!).

Qualcuno ne sa qualcosa di più?

Anonimo ha detto...

Da Corriere.it:

Quanto all'obbligo di registrazione, «non pensiamo al ragazzo che fa un proprio sito o blog», ma a «un vero e proprio prodotto editoriale ». Levi ammette che «la distinzione è sottile», ma appunto per questo sarà affidata al Garante per le comunicazioni.

Anonimo ha detto...

Leggendo e ascoltando commenti e notizie riguardanti questo disegno di legge non mi sembra ci sia molta chiarezza, anche se sono assolutamente d'accordo con Christian: beppe grillo è un maestro nel travisare tutto a suo favore.

Comunque, lo stesso Levi ha risposto al comico genovese con una lettera:
"Nella legge affidiamo all'Autorità Garante per le Comunicazioni il compito di vigilare sul mercato e di stabilire i criteri per individuare i soggetti e le imprese tenuti ad iscriversi al Registro degli Operatori.
Ciò che ci proponiamo è semplicemente di promuovere la riforma di un settore, quello, per l'appunto, dell'editoria, a sostegno del quale lo Stato spende somme importanti, che è regolato da norme che si sono succedute in modo disordinato nel corso degli anni e che corrispondono ormai con grande fatica ad una realtà profondamente cambiata sotto la spinta delle innovazioni della tecnologia".

Per prodotto editoriale il disegno di legge intende "qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso", a esclusione dei prodotti destinati alla sola informazione aziendale e di quelli discografici e audiovisivi.

Molte le proteste anche da parte di uomini politici, sia dell'opposizione:
"ora il governo Prodi cerca di fare casse con il popolo di internet che da sempre viene considerato svincolato e incondizionato di esprimere liberamente la propria opinione senza gabelle e contributi" (AN), che della maggioranza: il ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio anticipa che i Verdi "sono contrari all'obbligo di registrazione per i blogger e che per questo presenteranno emendamenti alla legge sull'editoria per evitare che ci siano restrizioni per chi apre un blog e per consentire a tutti gli utenti di poter parlare liberamente nella rete".

Vedremo le evoluzioni...

Anonimo ha detto...

LA DISTINZIONE è SOTTILE???
"qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso"
dov'è che Grillo ha travisato?boh!

Anonimo ha detto...

Pronto anche l'intervento del ministro delle Comunicazioni Gentiloni che ha sottolineato la poca chiarezza del testo della legge:
"Pensavo che la nuova legge sull'editoria confermasse le norme esistenti, che da sei anni prevedono sì una registrazione, ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistiche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull'editoria. Va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog. Ho sempre sostenuto questa tesi, sia in Parlamento che nei dibattiti pubblici. Il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l'attività di molti siti e blog. Meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato. Riconosciuto l'errore, si tratta di correggerlo".

the student ha detto...

Per fortuna se ne sono accorti. Penso che non se ne farà nulla. Molto meglio così.

Anonimo ha detto...

Se mai il testo di legge giungerà alla fine del suo iter, ci giungerà molto diverso da com'è adesso e credo che i blogger come me o il prof possano sin da ora dormire sonni tranquilli.

Anonimo ha detto...

questo il link al pdf del ddl sull'editoria:

http://www.corriere.it/Media/Foto/2007/10/20/editoria_030807.pdf

questi i link ad articoli relativi tratti dal corriere online:

http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_23/levi_legge_editoria_no_bavaglio_ai_blog.shtml
http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_20/ddl_blog_internet.shtml
http://www.corriere.it/politica/07_ottobre_20/ddl_legge_editoria_blog_gentiloni.shtml

Anonimo ha detto...

volevo farvi cosa gradita ma mi sa che i miei link sono rimasti tronchi. Per chi volesse leggere il pdf
io sono andata sul sito del corriere, (www.corriere.it) e ho fatto una ricerca nel sito.