lunedì 22 ottobre 2007

ANNULLIERT

Non sapevo cosa voleva dire fino a stamattina alle 8, quando sono arrivato in aeroporto e ho visto tutti i voli per l´Italia annulliert. Nessun giornale ne parlava ieri. (Ma ovunque, anche qui, parlano del vandalo della fontana di Trevi.) Il mio volo delle 9 di mattina si e (dove sono le parole accentate sulla tastiera tedesca?) trasformato in uno delle 1940 di stasera. Giornata persa. Telefono scarico. Musei chiusi. Il nostro ufficio qui e' fuori citta. Unica risorsa uno stanzino di un metro con connessione internet. Dove guardo i vostri commenti al blab. Poi a zonzo per il centro guardando quanto tutto e' globalizzato: ci sono gli stessi negozi dappertutto. H&M, Zara, Adidas, Sephora, Starbucks, McDonald. E lo stesso odore di, cosa, olio fritto? L´ unico che mi serviva, Virgin, non l ´ho trovato. Ma nelle stazioni del metro dei cavalletti con un mozzicone e una scritta: 20. Non capisco una parola di tedesco, ma credo sia una multa. Non ho finito di preparare la prossima lezione, contavo di farlo in serata in ufficio. Mi metto nella lounge all'aeroporto e ci rifletto. Buona giornata dal vostro prof disperso a Frankfurt.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma che bello che ci pensa anche in certi momenti! Il suo report da quel di Francoforte è interessante e triste allo stesso tempo: possibile che nel tempo le città debbano sempre più perdere le loro peculiarità?

Ma lo sapete che a Genova esistono ancora delle botteghe di un metro per un metro dove c'è un uomo sommerso dai tappi di sughero che vendo solo tappi di sughero?! SEMPLICEMENTE FANTASTICO.

A presto prof,
buon ritorno e, soprattutto, buona fortuna! (mica crederà anche lei che porta sfiga dirlo, vero?)

Joice Alves ha detto...

Salve
Solo un salutino!

Poi l’argomento tastiera mi sta a cuore. Sono andata da Apple dal tecnico dell’angolo “Genius bar”, perché la mia tastiera era rotta, servizio veloce e la garanzia Apple universale. Perfetto.
Stasera sono andata a riprendere il computer solo che il ”genius” mi ha messo una tastiera americana su un sistema italiano. Me ne sono accorta a casa, quindi grande esercizio di memoria, per cercare di ricordarmi tutti i tasti.
Come dice Lei, è tutto globalizzato, perché non le tastiere? Alla fine di diverso noi abbiamo solo un paio d’accenti in più, non è mica cinese ma la posizione dei tasti è completamente diversa.

Frankfurt? Das ist nicht sehr schlecht. In Deutschland viele Leute sprechen English!
Bis bald.

Joice Alves ha detto...

Nel caso fosse ancora in attesa, per passare il tempo!
http://www.youtube.com/watch?v=DgzHrI61CuM

Probabilmente lo conosce già, un capolavoro della comunicazione! Il testo è splendido.

the student ha detto...

Christian: il tema delle clone cities mi devasta. C'è anche una specie di misura, fatta dagli inglesi, di quanto una città è globalizzata considerando i negozi delle vie dello shopping. 25 anni fa a Tokyo l'unico posto dove capivo cosa prendere era McDonald. E io facevo colazione lì con l'Apple Pie. Adesso ci sono tutti. Ma che tristezza. Ci sono le città a due facce: la parte globale e quella locale, come Frisco o NY. Ne parleremo, tema troppo bello.
Sono tornato ieri sera alle 11. Grazie.

the student ha detto...

Joice: bentornata tra noi. La tastiera mi ha fatto un po' disperare ieri, ma è tutto ginnastica del cervello, come si dice, brain fitness? In hotel c'era quella tedesca, nella louge c'era quella americana, e alla fine ci mettevo il doppio del tempo.
E' vero che tutti parlano inglese, ma le scritte nel metro sono arabo. Infatti ieri sera ho sbagliato treno. Che ansia non capire nemmeno un po' il senso. Pensavo che con inglese, spagnolo, francese, italiano e dialetto bresciano uno potesse cavarsela ovunque, ma mi sbagliavo.
Il video non l'avevo mai visto, e non lo vedo nemmeno adesso: causa il giorno perso, oggi non ho nemmeno 7 minuti liberi. Magari più tardi. Speriamo. Ciao.

Anonimo ha detto...

Posso confermare per Frisco: città locale, gittà globale, città multietnica e città contraddittoria. E ammetto di avere avuto un po' di difficoltà quando mi sono imbattutta in una tastiera american style.

Anonimo ha detto...

A bruges,una bomboniera vicino bruxelles (chi c'è stato può confermarne la finezza), c'erano H&M e Zara in casette tipiche col tetto a punta, fac simile della villetta di barbie. Io ho trovato tutto ciò adorabile, non fastidioso. in certi casi è global e infastidisce; in altri è glocal (odio queste parole ma è percapirci)e forse si accetta di più

Anonimo ha detto...

Ho vissuto a Lussemburgo per 17 anni e ringrazio il cielo che esistano Zara e la globalizzazione. Dico, avete idea di come si conciano lassù? :)
Scherzi a parte, è un tema ricco di contraddizioni quello dei negozi uguali dappertutto. Devo dire però che nella maggior parte dei casi la globalizzazione non mi disturba.

In ultima istanza, esprimo la mia solidarietà a tutti per il problema tastiera. Ogni volta che torno a casa dai miei (a Lussemburgo, sì), il passaggio dalla qwerty alla azerty è traumatico.
A domani.
Doriqnq. (!):)

the student ha detto...

Mi piace molto il tuo commento, Doriana. Spiritoso, veloce, con un'idea nel finale. Se non ci fossero stati punto esclamativo e faccina sarebbe stato perfetto.

Anonimo ha detto...

Certo, parliamone! Anche una volta finito il corso, seduti tutti in un bar cool (siamo cool noi, no?!?), stile "café letterario". Che ridere.