martedì 18 dicembre 2007

L'ANNO CHE VERRA' - 2

Seconda domanda: qual è la cosa più importante imparata quest'anno?

Sicuramente, sono impressionato dalla crescita degli investimenti pubblicitari sulla rete. Mentre la spesa sui mezzi classici nei primi 9 mesi del 2007 è cresciuta di 1.4%, c'è un +43% sul Web, che già era del 45% sopra l'anno precedente. In un'intervista riportata sul magazine dell'Adci Joakim Jonason (protagonista del successo del marchio H&M come International Marketing Director, poi fondatore dell'agenzia Paradiset, vincitore del Grand Prix a Cannes con Diesel e innumerevoli premi ovunque) dice: “Da qui a cinque anni, il web sarà centrale rispetto a qualunque altra forma di comunicazione. Chi non lo capisce oggi, non avrà tempo per capirlo domani. Tutti gli elementi di comunicazione, compresi gli spot e le campagne stampa, che continueranno ad esistere, vanno pensati da subito in funzione di una totale interazione con la filosfia creativa della marca espressa sul web”. E James Stengel, Global Marketing Officer di Procter & Gamble, maggiore investitore del mondo con 8.5 miliardi di dollari l'ultimo anno, dice che 'la televisione continuerà a essere il nostro media centrale solo nei paesi in via di sviluppo, mentre per i paesi avanzati dovremo concentrarci sui nuovi media per attirare l'attenzione della gente, che passa sempre più tempo su internet, sui motori di ricerca e i siti di social networking'. Per esempio, nei 10 maggiori paesi europei, i giovani tra i 16 e i 24 anni preferiscono internet alla TV, e sono on line in media 11.9 ore al giorno.
IBM Global Business ha pubblicato uno studio intitolato 'La fine della pubblicità come la conosciamo', in cui si prevedono cambiamenti nei prossimi 5 anni come negli ultimi 50. E anche il modello di agenzia sta cambiando: non più copy e art da una parte e account dall'altra, ma gruppi di lavoro integrati con competenze e sensibilità sui nuovi media.
Concluderei così: i nuovi media, il web2.0 offrono possibilità inedite, ma richiedono anche un nuovo tipo di pensiero strategico e di figure creative. Il tema su cui riflettere è se spezzettare le competenze in tante figure diverse, con tutti i problemi che ne derivano, oppure formare creativi che pensano in termini di concetti 'media neutral'.
Come mi diceva Tim Piper, il creativo che ha concepito e diretto il famoso Dove Evolution, Grand Prix a Cannes quest'anno, ci sarà sempre necessità di grandi idee, 'un'idea non è virale finchè non diventa virale, cioè non colpisce milioni di persone che cominciano a trasmetterla uno all'altro'.
L'accelerazione è pazzesca. Ci sarà da divertirsi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ci vogliono dei creativi che al di là del media utilizzato abbiano delle ottime idee. in fondo bisogna essere degli artisti per questo lavoro. alcune cose si hanno per natura.
Rino