martedì 23 marzo 2010

EMANUELE PIRELLA. DIECI E LODE.


Oggi è scomparso Emanuele Pirella. Aveva 70 anni. E' il creativo italiano che ho sempre ammirato di più. L'unico a cui Adland ha dedicato tre pagine.

Dal sito dell'Art Director Club:

30" di silenzio per Emanuele Pirella

"La scomparsa di Emanuele Pirella ci ha colti di sorpresa e ha turbato profondamente me come tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerlo" dichiara Marco Cremona, presidente dell'Art Directors Club Italiano "L'ultima volta l'ho visto l'estate scorsa sul suo gozzo a Portofino, felice di godersi la salsedine ligure... voglio ricordarmelo così."

Emanuele Pirella era tra i Soci Fondatori dell'ADCI nel 1985 – è stato anche presidente nel 1989 – e ha rappresentato un punto di riferimento per 3 generazioni di creativi. Se oggi quasi 200 tra i migliori creativi italiani possono fregiarsi della qualifica "Socio ADCI" è in gran parte merito suo, che ha saputo individuare e valorizzare tantissimi giovani talenti.

"A nome di tutto il Club" prosegue Cremona "voglio dedicare 30" secondi di silenzio – il formato classico di uno spot – a uno dei più grandi pubblicitari che il nostro Paese ha mai avuto. Ciao, Emanuele".

Till Neuburg, consigliere ADCI, lo ricorda così: "Emanuele è stato uno dei primi italiani ad avere capito che la pubblicità non è solo tamtam e volantinaggio. In anni lontani, uno dei primi ad aver superato (con i fatti) il provincialismo di Carosello. Uno dei primi ad avere apprezzato lo stile, l'eleganza, il senso del humour.Perché Emanuele era un uomo di cultura.
Leggeva e scriveva molto. Quando parlava, parlava piano. Ma forse proprio per questo, era molto convincente - senza essere un venditore.
Ho avuto parecchie occasioni per sperimentare personalmente questa sua forza - sul lavoro, in privato, in varie associazioni.
Solo pochi mesi fa (non sapevo che fosse malato), mi aveva fatto un enorme regalo: per il lancio del mio libro, scrisse un blurb particolarmente caldo e arguto - pieno pieno di passione culturale. Ma oltre alla cultura, Emanuele era dotato anche di un'altra qualità - forse ancora più rara e preziosa: aveva stile.
Da questo punto di vista, in un'epoca sguaiata come la nostra, essere stato vicino di banco (mi si perdoni l'accostamento un tantino arbitrario) di italiani come Corrado Augias, Piero Angela, Paolo Conte, Gillo Dorfles, Gianni Mura, Maurizio Pollini... e pochi altri, è un valore che fa entrare Emanuele in una speciale Hall of fame che è ben più importante di quella della pubblicità".

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