Ieri sera ho rivisto The social network. Mark parla con Sean Parker e Eduardo Saverin, Wardo vuole monetizzare inserendo pubblicità mentre Mark non è d'accordo. Parker a un certo punto dice 'Facebook it's cool. The ads are not cool'.
Le
statistiche dicono che FB ha 750 milioni di active users, ma nei paesi più connessi - US, Canada, UK - la crescita sta
declinando. Da un ritmo del 7% al mese a quello dell'1.7%. E molti utenti si sono cancellati.
Sentivo dire in questi giorni 'Ah, Facebook, ormai è out'. E' vero che si sta visibilmente trasformando, diventa più impersonale e commerciale. E non tutto funziona al primo colpo. I servizi Places e Marketplace stanno per essere disattivati.
L'eccitazione di incontrare vecchi amici, farsene di nuovi, controllare lo status si affievolisce. Troppi contatti alla fine stancano: è la '
facebook fatigue'.
E a proposito di monetizzare, nel 2012 ci sarà la quotazione in Borsa, con un valore previsto di 100 miliardi di dollari. Ma le voci degli ultimi mesi stanno mettendo in dubbio questo obiettivo. Certo, l'attacco alla Cina non è ancora avvenuto. Ma se il successo nei paesi più sviluppati si sta sgonfiando, ci può essere un effetto domino al contrario. I fenomeni web - penso a Second Life o a Myspace - sono molto veloci nel nascere, ma spesso anche nel declinare. Come nella
Slow tuesday night di Richard Lafferty.