Non mi è mai capitato di vedere un'umiliazione trasformarsi in una glorificazione in simultanea. Perché se i manifesti sono apparsi stamattina, con i tempi tecnici di composizione e stampa devono essere stati concepiti e realizzati ieri, in contemporanea con le dimissioni.
Come fa la stessa persona che ammette una sconfitta clamorosa, e quindi ne accetta la responsabilità, ad affermare contemporaneamente la sua rivincita?
Lo fa grazie a un artificio retorico: la artificiosa disgiunzione tra IO, NOI e LORO.
Dunque: questa gente, cioè LORO, li mando a casa IO. Ora NOI facciamo pulizia.
Ma chi sono LORO, e chi sarebbero questi NOI?
IO: è lei, la condottiera tradita, l'anima bella che non sapeva che il suo consiglio aveva aumentato da 1 milione a 14 i fondi per i gruppi. Tanto il decreto lo aveva firmato il suo collaboratore.
LORO sono tutti i cattivi che hanno fatto i propri comodi, senza che lei si accorgesse mai di nulla.
Ma chi sono i NOI? Quelli che adesso devono fare pulizia?
Questo ancora non si capisce. Aspettiamo i prossimi manifesti.
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