Scusate, avevo dimenticato questo. Leggetelo assolutamente, prima di entrare nell'inferno della pubblicità. Almeno, poi, potete decidere di farvi del male consapevolmente. Dello stesso autore, L'amore dura tre anni. Anche quello da leggere, prima di innamorarsi di nuovo.
"Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella me… Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta, ritoccata in Photoshop. Immagini laccate, musiche nel vento. Quando a forza di risparmi, voi riuscirete a pagarvi l'auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l'avrò già fatta passare di moda. Sarò già tre tendenze più avanti, riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti. (…) Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma."
Frédéric Beigbeder ha lavorato per l'agenzia pubblicitaria Young&Rubicam che lo ha licenziato dopo la pubblicazione di questo romanzo shoccante, ironico e a tratti pulp.
8 commenti:
Tutti parlano malissimo della propria professione!
Magari è una persona onesta, con se stessa innanzitutto!
Rino
Mi sa che in Francia è uscito/deve uscire il film tratto dal libro.
Prof, ho appena letto le prime 20 pagine (se qcn vuole, io ho il libro scaricato da e-mule, solo che è in francese). Avrei alcune osservazioni. Inanzitutto, non concordo con la visione retrograda del consumatore come bersaglio inerme davanti alla comunicazione pubblicitaria- è una teoria delle comunicazioni di massa, la bullet theory, già superata una cinquantina di anni fa. Il consumatore di oggi è, come Semprini insegna, entrato nell'era del postmoderno, in un mondo decentrato e dove l'autorità dei consigli non spetta più alla pubblicità. Per parafrasare Ogilvy, il consumatore non è stupido, siamo noi, e siamo capaci di scegliere in maniera più informata e consapevole. E' abbastanza arrogante da parte di Bergber la posizione di simil-genio del male "Je Suis Partout. Je vous empeche de penser", per non dire ingenua (esprimendomi con un certo eufemismo).
Per le prime 20 pagine, il discorso è volutamente riduttivo, intriso di critica marxista. Una pallida copia infelice di Baudrillard, solo che con meno potere di argomentazione e più impatto emotivo. Inoltre, per me sono sospetti i tipi che fanno millioni in un'industria e dopo si ritrovano succubi a uno schifo ontologico e costretti ad abbandonarla.
Bottom line 1: questo tipo qua, se sapeva di essere anti-consumista, non avrebbe fatto prima a NON lavorare in Pub? Si sarebbe guadagnato una decina d'anni di sonno tranquillo e coscienza pulita
Bottom line 2: Prof, se tutti si arrendessero così facilmente, ci tireremmo ancora le banane dagli alberi. Insomma, NON E' COSI FACILE SCORAGGIARCI!
segnalazione:
http://www.corriere.it/vivimilano/arte_e_cultura/articoli/2008/01_Gennaio/25/pubblicita_castello.shtml
Concordo pienamente con Ana Maria e aggiungo che "l'auto dei miei sogni" o qualche altro prodotto non è diventato "dei miei sogni" solo per una campagna pubblicitaria ben confezionata. Sicuramente quello aiuta, ma se una macchina o qualcos'altro non piacciono,non vengono apprezzati non c'è campagna che tenga.
Il brano che ci ha proposto sembra che davvero scritto qualche decina di anni fa.
"Lasciate ogni speranza voi che entrate": sarà un caso, ma l'Inferno in Dante è la parte che tutti trovano più divertente. Sarà mica così anche per la pubblicità...
Io ho trovato il libro in oggetto assolutamente fantastico: cinico al punto giusto da mettermi una gran voglia di lavorare nel settore!
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