'Un turista ama riconoscere. Un viaggiatore ama conoscere'. La tragedia del turismo di massa è questa: americani che fotografano russi che fotografano cinesi che fotografano giapponesi che fotografano il Colosseo. Andare per il mondo a vedere le cose che si sono già viste in tv o sui libri. E fotografarle, per portarle a casa, metterle nell'hard disk, e strapparle alla loro scena. (Ho scritto di questo qui ). Questo spot di Luis Vuitton, per la prima volta in tv, dice alcune cose interessanti, le immagini sono raffinatissime, ma forse è un po' troppo flou per essere vero.
22 minuti fa
7 commenti:
"Where will life take you? Louis Vuitton"
mi sembra davvero un tantino esagerato.
Anche se mi piace pensare che può essere un viaggio a "creare" una persona e non viceversa: ogni tanto è davvero così.
Ho la sensazione che lo spot di un'azienda non dovrebbe spingersi a presidiare temi così "alti", c'è il rischio del rigetto.
Comunque, sono assolutamente d'accordo con la filosofia del viaggio che viene raccontata, e credo di non essere il solo. Ne parlavo giusto pochi giorni fa con una collega di lavoro del prof...
Bello. E' esattamente quello che ho sempre pensato dei viaggi.
Sei assolutamente tu a creare il tuo viaggio! Devi lasciarti suggestionare dal percorso delle cose, non farti condurre.
« Un turista ama riconoscere. Un viaggiatore ama conoscere. » Verissimo. Mi divertono tutte e due!
Elisa e Ricky, il tema del diritto di un'azienda di parlare di temi "alti", lo abbiamo già affrontato quando abbiamo parlato della Benetton. Il vostro dubbio è anche il mio, vero, la legittimità del discorso sta più dalla parte di NGO e associazioni etc. Il fatto sta che i soldi loro non ce l'hanno, mentre invece le aziende si. Allora come va bene: parla chi si permette di fare o chi ne è legittimato? (chi dà la legittimazione?) E se chi è intitolato a farlo non può permettersi, allora tacciamo tutti? meglio che ne parli la pub che non parlarne affato?
Spot molto ben fatto a mio parere... si annusa l'atmosfera del viaggio e si respira la sensazione di essere in un altro posto, però mi succede una cosa strana: per le suggestioni e il tipo di viaggio evocato, luis vuitton è l'ultimo tipo di valigia che porterei con me... cioè non so su di me ha 1 effetto contrario, è come se il marchio, quel marchio, qui stonasse... (magari è perchè io non rientro nel target, però bo mi lascia un po' così..)
Ana, ciò che intendevo è che quando un'azienda incentra il proprio spot su valori così alti rischia una lettura divergente da parte dello spettatore. Roba del tipo: ma come si permettono questi di dettarmi regole di filosofia? E' un po' lo stesso problema che ha incontrato il paraculissimo spot della Fiat 500, quella che "appartiene a tutti noi".
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