lunedì 30 luglio 2012

KARCOCHA. THE LAST STREET ARTIST

I’m coming back home. Too many people, altough it’s midnight.
Around the street artists, the crowd makes it impossible to see them.
And, to be honest, nothing really funny, nothing really new.
Clowns, jugglers, acrobats, singers – nothing I haven’t seen before.
With long prologues to call the people, invite the children to sit down in the first row, make them applaude. And tens of smartphones taking the video.
So I’m trying to reach the parking where I’ve put my bjke, when I see an incredible scene.
The traffic is blocked.
The platforms are crowded with people laughing and screaming. The cars are stopping.
I stand on my tiptoes to see what’s happening.
And here it is.
Just in the center of the street, on a traffic divider in the middle of a pedestrian crossing. In the heart of Sarnico.
Half a clown half a scarecrow, thin, tall, wearing an orange bonnet with some grass on the top.
The face is painted of white, nice but with a smirk of malice.
He has neither equipment nor assigned space. Like the ones with vans, stages, frames.
Nothing.
His stage is the street. His magic is the traffic.


He whistles. A strange, acute sound that speaks, blows, hisses.
He has a range of jokes probably developed in years.
He fakes crossing the street while a car is arriving. The car stops. He stops too. The cars starts. He starts too. The car stops. He stops once again.
He bumps against a car, and falls down in slow motion, making four, five capers along the street.
He stops a car, open the door, goes on board, and ask the driver to go.
After ten seconds he gets off, kissing the driver.
Pulls out a passenger from a car and puts him on another one.
When a pedestrian tries to cross the road, he reaches him and make him come back. When the pedestrian tries another time, meters ahead, he whistles furiosly and run to him.
He fakes scratching the cars, hissing.
Kneels down in front of a red Ferrari, cleaning it carefully by a tissue. When the Ferrari goes away with a roar , he shows the finger.
Mimes pulling a car by a rope.
Stops a car, pulls out the driver, takes his seat and tries to drive himself. But immediately gets off, looking at his big and curled shoes.
People get crazy.


His jokes are nonstops. Perfect rythm. Never exaggerated. Never gratuitous.
I’d stay watching him for hours.
A girl says ‘ this is a true street artist’.
She’s right. He doesn’t need a given space, he creates it.
He doesn’t follow the rules.
Rather, he invents a space where there are no rules. He can stop the traffic, run along the street, sit on top of the cars, flop down, pull out the people, turn the road signals.
For half an hour everything is upside down. He’ a magician, he can do everything.
While the people is queueing to give a coin, trying to touch him or taking a photo, I can read a name on the costume: Karcocha.
The day after I googled it, and checked youtube to watch other videos.
google youtube.
His name is Gerardo Castro, from Chile. El Karcocha.
He’s irresistible.
In Riccione like in Rio, in Madrid or Bogotà, he’s always messing the urban traffic.
A busker festival is at risk of becoming a bandwagon with mechanisms that are in contradiction with the street art.
But at the end of the day, while you’re coming back home disappointed, walking through the crowd and the smell of the chips, you discover a wonder like this one – and everything is allright.
Thank you, Karcocha.
And please, do everything you want, stop the traffic, fake the accident, steal the keys, fall down in the middle of the road – please, do everything you want, but one.
Don’t go on tv.

KARCOCHA. L'ULTIMO VERO ARTISTA DI STRADA
Stavo venendo via.
Troppa gente, anche se era quasi mezzanotte.
Intorno ai buskers - gli artisti di strada adesso si chiamano così - ressa da non porteli nemmeno vedere.
E poi, in realtà, niente di davvero nuovo o divertente.
Giocolieri, acrobati, clown, cantanti, ma nulla che non si fosse già visto sul lungomare o a Italia's got talent.
E con quei noiosi prologhi in cerca del pubblico e dell'applauso, con i bambini seduti in prima fila, e le decine di smartphone in alto per portarsi a casa un video.
Stavo cercando di recuperare la moto, quando arrivo in un vero e proprio ingorgo di gente ai lati della strada.
Cerco di alzarmi sulle punte per vedere, ed eccolo.
Proprio sul vertice di uno spartitraffico, nel centro di Sarnico, in piedi dietro un segnale stradale, in mezzo a due strisce pedonali.
A metà tra un clown e uno spaventapasseri. Magro, alto, con una cuffia arancio e uno sbuffo di erba in cima, la faccia bianca e una smorfia da cattivo simpatico.
Non ha un palco, non ha atrezzi, nemmeno una piazzola assegnata dall'organizzazione. Come quelli che sono arrivati con teatrini, camioncini, strutture tubolari.
Niente.
Emette una specie di fischio acuto, quasi-parole, musichette, rumori.
Il suo teatro è la strada.
La sua magìa è il traffico.
Ha un repertorio che si capisce affinato con gli anni.
Finge di attraversare. L'auto si ferma. Lui si ferma. L'auto riparte. Lui riparte. L'auto si riferma. Lui si riferma.
Finge di essere travolto, e fa tre capriole sull'asfalto al ralenti.
Ferma una macchina. Apre le portiere. Ci sale.
Dopo venti metri scende e dà un bacio all'autista.
Fa scendere un passeggero da un'auto e lo mette su un'altra. Quello ci va, poi torna indietro, lui lo mette su un'altra. Per quattro volte.
Un pedone tanta di attraversare la strada, lui lo riprende col fischio e lo riporta di là. Quello ci riprova più avanti, lui lo vede e lo rincorre.
Finge di rigare le auto - con sibilo - di quelli antipatici.
Si inginocchia davanti a una ferrari rossa, la sfiora appena, poi la pulisce religiosamente con un fazzoletto. Quando quello se ne va con un rombo lo manda a quel paese a gesti.
Mima il trascinamento di un'auto lenta con una corda.
Sale su una, fa scendere il guidatore, e tenta di guidare lui.
Poi scende e indica le scarpe, lunghissime e con la punta all'indietro: impossibile!
La gente impazzisce.
Le sue trovate sono a getto continuo, con il tempo giusto, mai troppo insisitite, mai gratuite.
Vorresti stare ore a guardarlo.
Una ragazza davanti a me dice 'questo è il vero artista di strada'.
Ha ragione. Lui non ha bisogno di una spazio, se lo crea. Lui non sta nelle regole dell'organizzazione.
Anzi, lui crea uno spazio in cui non ci sono più regole. Può fermare le auto, le moto, far scendere, salire, fermare, riavviare, buttarsi a terra in mezzo alla carreggiata, girare i segnali.
Per mezz'ora quell'angolo del paese cambia. Lui è un mago che può tutto.
Mentre la gente fa la fila per toccarlo, fargli una foto, mettergli la monetina nel cappello riesco a leggere sul suo costume un nome: Karcocha.
Cerco oggi su google, vedo i filmati su youtube. Irresistibile.
A Riccione come a Rio, a Madrid come a Bogotà, lui è sempre in mezzo al traffico a fare impazzire i paesi.
Un festival di artisti di strada rischia di essere un baraccone con meccanismi che contraddicono la stessa arte di strada.
E poi, mentre stai tornando a casa tra la ressa e la puzza di patatine fritte, ti imbatti in un magìa come questa, e tutto torna a posto.
Grazie, Karcocha.
E ti prego, continua a interrompere il traffico, a buttarti sotto le auto, a rubare le chiavi e farti portare in giro sul cofano remando - fai tutto quello che vuoi, tranne una cosa: non andare mai in tv.





martedì 24 luglio 2012

I WILL LIVE FOREVER



Terzo spot olimpico di W+K, stavolta per Old Spice - che è sempre Procter & Gamble. Uno smilzo nuotatore vince a mani basse grazie a un audiotutor Old Spice. E inizia una carriera da eroe, fino alla tomba. E' il tentativo di replicare la magia di Smell like a man, man, il più grande successo planetario creativo degli ultimi anni. Temo che stavolta non sarà lo stesso. Ma il motto di W+K non è Fail harder?

giovedì 12 luglio 2012

LE OLIMPIADI, LE MAMME E I BAMBINI



P&G ha deciso di cogliere l'occasione delle Olimpiadi per cambiare il suo stile di comunicazione, di solito molto prodotto-centrico. Dopo The best job, il commercial creato da Wieden & Kennedy, ecco Kids. Tutti gli atleti che stanno arrivando a Londra tra ali di folla e schiere di fotografi sono bambini. Boxeur, sollevatori di pesi, tuffatori, ginnaste (queste sono davvero bambine anche nelle Olimpiadi vere), nuotatori. Anche se si comportano da adulti, hanno la cravatta, leggono il quotidiano negli spogliatoi, si fanno la barba, sono tutti al massimo dodicenni. Perché?